A tutti prima o poi, sará capitato di passeggiare in un bosco e di scorgere, proprio in questo periodo dell’anno, una moltitudine di bacche rosse, dalla forma lievemente allungata, che penzolano appese a rami spogli e carichi di spine, e spiccano in tutta la loro bellezza su uno sfondo spoglio di colori.
La Rosa canina, la fata dell’inverno, che dietro apparenti “vesti spinose”, nasconde la più generosa delle accoglienze.
Scoperta nel 1793 da Linneo, deve il suo nome al fatto che fu utilizzata, sottoforma di decotto di radici, per curare la rabbia sopraggiunta dopo il morso dei cani.
È una pianta immunostimolante, così ricca di vitamina C, da superare nettamente gli agrumi.
La preziosità di questa meraviglia spontanea, risiede nei segni che marcatamente ci suggerisce: il rosso dei cinorrodi, denotano il suo tropismo per il sangue e quindi per il cuore; la presenza di numerose spine, evidenzia la tendenza a proteggersi e a preservare risorse inaspettate.
La sua marcata azione sul sistema immunitario conferma lo scudo protettivo che trasferisce questo dono della natura a chiunque decida di avvicinarvisi.
Ma il senso di protezione verso sé stessa, non impedisce alla pianta di manifestarsi in tutta la sua bellezza, donando i suoi frutti proprio in presenza di condizioni climatiche rigide.
Le sue innate capacità di resistenza a basse temperature e a periodi di carenza idrica, esprimono la spiccata tendenza ad ottimizzare le proprie risorse, in favore di uno scopo nobile: essere e donare forza.
A primavera poi, le bacche diventano fiori, ed offre generosa colori che mai, diventano sgargianti, ma riflettono autentica timidezza ed umiltà , di chi è parte del mondo, senza in alcun modo aver bisogno di prevalere.
Entrare in contatto con una pianta, non significa beneficiare solo delle proprietà biodisponibili: questo aspetto diventa una conseguenza del messaggio simbolico che riceviamo, nel momento in cui sentiamo il richiamo verso una specie piuttosto che un’altra.
La Rosa canina, rallegra il cuore, donando fermezza, calore e compassione, anche e soprattutto quando tutto intorno sembra spento, fermo e senza vita.