Ci sono momenti in cui è facile sentirsi privi di energia e in uno stato di confusione tale da perdere interesse per i propri progetti.
In questi momenti è facile perdere di vista i propri obiettivi o se siamo in una fase di transizione è facile sentirsi insicuri e indecisi sulla strada da prendere per realizzare i nostri progetti.
Ci sentiamo poco focalizzati su ciò che vorremmo fare ed abbiamo la tendenza a disperdere le nostre energie.
In relazione alle caratteristiche individuali, ci sono persone che vanno maggiormente incontro a queste situazioni di stallo e con una certa ciclicità.
La ragione per cui arriviamo a disperdere la nostra attenzione nel realizzare ciò che vorremmo e che sappiamo essere l’unica strada che può renderci felici e soddisfatti è la perdita di contatto con noi stessi.
Corriamo tutto il giorno, spesso anche in vacanza, e lo facciamo senza ascoltare il nostro corpo e le nostre emozioni, che tentiamo costantemente di mettere a tacere.
L’olio essenziale di Nardo ha una storia molto antica, che risale ai tempi di Mosè e della civiltà egizia. In Egitto era considerato un vero e proprio tesoro, e per questo, veniva utilizzato tra le essenze impiegate nell’imbalsamazione.
Maria Maddalena unse i piedi di Gesù prima che Egli fu crocefisso con l’essenza di Nardostachys jatamansi (nome scientifico del Nardo Indiano).
Questa essenza ci aiuta a ritrovare la nostra strada sempre partendo dal contatto con il nostro corpo.
Il suo profumo floreale e legnoso ci aiuta a connettere il cuore con la Terra, donandoci stabilità e apertura.
Può essere utilizzato anche come antinfiammatorio e come antidolorifico per uso locale, proprio perché in grado di sfiammare e lenire l’eccesso di calore derivante da un processo di dispersione energetica.
A tal proposito, presenta una blanda azione sedativa sul sistema nervoso centrale, soprattutto nelle persone che hanno la tendenza a somatizzare maggiormente su di esso.
Nella mia esperienza di terapeuta ho scoperto e sperimentato questa essenza in tutte le condizioni in cui la persona aveva necessità di riappropriarsi del contatto con se stessa per riscoprire il proprio potere creativo.