In questo periodo di grande accelerazione che ci vede coinvolti in un processo di cambiamento rivoluzionario, può capitare di sentirsi impazienti e desiderosi di vedere finalmente i risultati di ciò che abbiamo iniziato a costruire ormai da un po’ di anni.
Chi si trova nel cammino spirituale evolutivo sa bene quanta fatica ci è costata arrivare a questo punto, dove sappiamo bene ciò che vogliamo e soprattutto ciò che non vogliamo più.
L’impazienza è uno stato dell’ego che, anche in questo caso, tenta di spostarci dal momento presente, facendoci perdere, anche se momentaneamente, la capacità di assaporare ogni piccolo momento ed ogni conquista giornaliera.
L’impazienza è sempre un modo per anestetizzare il sentire emotivo, per cui ci troviamo a vivere le nostre giornate in un vortice frenetico, perdendo di vista i cambiamenti e le trasformazioni che avvengono giornalmente.
La capacità di rallentare e permettersi di sentire ciò che un’esperienza, di qualsiasi natura, genera in noi a livello emotivo, è una grande possibilità di trasformazione per l’anima.
L’emozione dalla quale scappiamo spesso è la paura, che si manifesta con ansia ed irrequietezza e la smania di fare.
Il fare che sblocca la paura, non può essere un fare disordinato e con lo scopo di riempire i momenti di vuoto o di tensione: la natura ci insegna che l’ordine risiede in ogni cosa.
È proprio grazie all’ordine che possiamo concentrarci per realizzare i nostri obiettivi, ma mantenendo morbidezza e flessibilità necessarie per regalarci il tempo di provare stupore, gratitudine e gioia, ma anche paura.
La paura è una grande maestra di vita perché ci spinge ad affrontare ciò che non avremmo mai pensato di poter cambiare.
Lei ci mostra cosa si nasconde dietro i limiti in cui ci sentiamo al sicuro per paura di scoprire quanto invece possiamo.
Ogni volta che ci sentiamo impazienti proviamo a fermarci: scopriremo che oltre la paura ci sarà la rabbia, che pretende che ogni cosa sia fatta come e quando decide lei.
Una volta che abbiamo imparato a riconoscere e a vivere le nostre emozioni, cosa rimane?
Buona esperienza di contatto 🙂